A Settembre l’Unione Europea formulò l’idea di una Web Tax, una tassa destinata alle transazioni legate ai servizi digitali, che negli ultimi anni sono in continua crescita.
Gli unici pareri discordanti sono provenuti dall’Irlanda, Lussemburgo, e Malta, paesi che hanno tutto l’interesse di preservare l’incolumità delle grandi aziende dei loro territori per questioni di opportunismo fiscale.
In sede istituzionale si è quindi deciso che ogni singolo Paese potrà procedere autonomamente, e a tal proposito l’Italia si è subito dichiarata a favore dell’iniziativa in quanto contraria ai paradisi fiscali.
Il modello di tassazione che è stato proposto infatti prevede la tassazione dei profitti dove essi vengono generati e non dove risiede l’azienda fisicamente.
E’ quanto Massimo Mucchetti ha proposto, ed è stato accolto al Senato.
Nel dettaglio l’emendamento prevede di tassare il 6% delle transazioni legate a servizi digitali, ma entrerà in vigore nel 2019.